Quando si parla di pompe di calore, due indicatori tecnici emergono spesso: COP (Coefficient of Performance) e SCOP (Seasonal Coefficient of Performance). Questi parametri non sono semplici numeri, ma strumenti fondamentali per comprendere l’efficienza reale di un impianto. In questo articolo esploreremo a fondo il loro significato, come interpretarli, cosa li influenza e come impattano sui consumi reali.
Che cosa sono COP e SCOP?
COP (Coefficient of Performance) è l’indice che esprime l’efficienza di una pompa di calore in una condizione specifica di funzionamento. Si calcola come:
COP = Energia termica prodotta (kWh) / Energia elettrica assorbita (kWh)
Esempio: se una pompa di calore assorbe 1 kWh di energia elettrica e produce 4 kWh di calore, il COP sarà pari a 4. Significa che per ogni kWh consumato, ne restituisce 4 in forma di calore.
SCOP (Seasonal COP), invece, rappresenta l’efficienza media stagionale, cioè su un intero ciclo di riscaldamento. Tiene conto delle variazioni climatiche, dei cicli di accensione e spegnimento e delle condizioni reali di utilizzo. È quindi un valore più rappresentativo dei consumi reali.
Perché sono così importanti?
- Migliore è il COP/SCOP, minori sono i costi in bolletta.
- Permettono di confrontare pompe di calore diverse.
- Influiscono sull’accesso a incentivi come il Conto Termico o l’Ecobonus.
Un COP alto può sembrare attraente, ma è fondamentale osservare il valore SCOP, che dà un’idea più precisa di quanto si spenderà realmente nel corso dell’anno.

Da cosa dipendono COP e SCOP?
- Temperatura esterna: più l’aria esterna è fredda, più la pompa di calore lavora in condizioni sfavorevoli. Un impianto in Trentino avrà valori diversi rispetto a uno in Puglia.
- Temperatura dell’acqua di mandata: un impianto a pavimento (35-40°C) ha un COP/SCOP migliore rispetto a radiatori tradizionali (70°C).
- Tecnologia della macchina: inverter, compressori scroll, valvole elettroniche migliorano il rendimento.
- Installazione corretta: una pompa sovradimensionata o mal configurata peggiora l’efficienza.
Zone climatiche e SCOP
Il Regolamento Europeo ERP divide l’Europa in 3 zone climatiche:
- Clima freddo (es. Svezia): SCOP richiesto ≥ 2,5
- Clima medio (es. Italia centro-nord): SCOP richiesto ≥ 3,5
- Clima caldo (es. sud Italia): SCOP richiesto ≥ 4,0
La classe energetica della pompa di calore è quindi variabile in base alla zona.
Un esempio pratico
Due pompe di calore, entrambe con COP di 4, ma:
- Modello A: SCOP 3,9
- Modello B: SCOP 3,2
In un anno, su una casa da 12.000 kWh/anno di fabbisogno:
- Modello A consuma: 12.000 / 3,9 = 3.077 kWh
- Modello B consuma: 12.000 / 3,2 = 3.750 kWh
Differenza: 673 kWh/anno, pari a circa 202 € di risparmio ogni anno (ipotizzando 0,30 €/kWh).
Come scegliere la pompa di calore giusta
- Verifica etichetta energetica (ERP): indica SCOP e zona climatica.
- Preferisci macchine con SCOP ≥ 3,5 per climi medi.
- Consulta la scheda tecnica: occhio alle condizioni di test.
- Chiedi al fornitore la scheda EN 14825, normativa europea che certifica i valori SCOP.
Bonus: EER e SEER per il raffrescamento
Oltre al COP (riscaldamento), esiste l’EER (Energy Efficiency Ratio) per il raffrescamento. Come per SCOP, il SEER rappresenta l’efficienza media estiva.
- EER = energia frigorifera resa / energia elettrica assorbita
- SEER = coefficiente stagionale di efficienza estiva
Un SEER ≥ 5 è considerato ottimo.
Conclusioni
COP e SCOP non sono solo acronimi tecnici: sono la chiave per acquistare consapevolmente una pompa di calore e prevedere i consumi futuri. Affidarsi solo al COP nominale può portare a scelte sbagliate e costose. L’analisi del SCOP, legata al clima e al tipo di impianto, è invece una bussola precisa per una casa efficiente.